Poesie

Da "Emozioni difficili"

Il viale

Viale avvolto nell'abbraccio

di un verde profondo, pervade

l'atmosfera lavata dalla pioggia

del nostro settembre paziente,

cede ancora a spiragli luminosi

di vita sottratta al consueto torpore.

Corriamo per perderci nei profumi

sconosciuti nel loro variare,

sembrano liberare i sensi

da rumori distanti di ritmi

e movimenti ostili, penetranti,

ora graduali nel lievitare nell'ignoto.

E corriamo verso la vita che ospita

e confonde, ci infonde coraggio

e speranza, penetriamo l'un l'altro

in simbiosi ai nostri corpi muti,

vibranti e protesi, in un attimo

scomparsi fusi nell'atmosfera. 


Gocce                                                       A mio padre

Rivedo gli occhi

mai dimenticati

e il vento soffia

nella mia mente

mentre immagino

l'incontro.

Poche parole

bastano per noi;

una fantasia, la mia fantasia,

mentre l'acqua lava il cielo

le parole sono gocce

che conducono all'eterno.


Al mare

Gli occhi penetravano il mare,

dove ti ho condotto leggermente

per pochi passi lontani;

ed eri mio padre, mio figlio,

mio fratello perso nella memoria;

eri un sorriso atteso,

ne avevo bisogno per sentirmi

come avrei sperato di essere,

ne avevo consapevole dolore,

perché il dolore lo assumiamo,

campanello consumato

nell'ascolto senza riserva.

Eri me stesso, così sei rimasto

nella memoria.

Ascoltare

Mi dicevi

di cercare il mare,

di cercare nel suo comprendere

le voci ascoltate

nelle ore trascorse,

abbandonate per volontà,

perse per sempre nel piacere

del desiderio di racchiudersi.

Le volevi ascoltare ancora,

mi spingevi ai loro margini,

nascoste nel movimento

dell'acqua.

Mai ci saremo fusi.

Dicevi di ascoltare,

ma era il silenzio

il nostro diletto supremo,

lontani con la mente

anche dalle emozioni

più voluttuose.


Dafne

Hai corso avversa all'amore,

sentimento ostentato da un dio

che incedeva a te crudele;

così la paura è divenuta

un oscuro male inarrestabile,

bello nell'aspetto,

velenoso per il tuo cuore.

Lui ti ha avuto solo nelle sembianze

che giovane virgulto hai invocato,

essere immobile

senza desiderio o sensibilità;

nel destino a te concesso

resti un eterno simulacro,

voce di una gloria consueta

nell'alternarsi dei movimenti.


Mai un addio

Ragazzi si tuffano nel tuo sorriso,

caldo, luminoso, protettivo;

giocano con i numeri

e tu li guidi, li accompagni

felice con parole care

nei meandri di una scienza infinita,

che conduce alla vita,

compresa nelle sfumature nascoste,

svelata e subito appresa.

Li hai salutati ma io non ti ho sentito,

avverto il tuo sorriso amico

scaldarmi ancora, indimenticato,

che dai tuoi numeri adesso passa

alle nostre anime.


La donna cannone

Hai dormito tutto il giorno

nel tuo corpo, involucro

della materia che offende,

assume forme inattese,

derise e distanti da consuetudine.

Hai dormito e ora occhi

grandi nell'infinità celeste

si aprono su di noi, su di me,

lontano nel tempo e nei pensieri

apprendo l'immagine

della tua esistenza celata,

ora che nel celeste cielo

ti abbandoni spirito leggero,

ora libero e felice,

mai legato alla materia,

zavorra imposta dal sopravvivere.


Randagio

Mi guardarono gli occhi;

l'attimo seguiva

l'atteso abbandono nel vuoto,

a lenire per sempre

un dolore che non poteva

descrivere.

Li rivedo quegli occhi

disperati nel costretto sollievo,

brillano nella notte nel gatto

che avanza dal buio dove

rapido torna a celarsi,

dimenticato dall'uomo

distratto;

confuso

non sa se amare o odiare.

Li rivedo.


Senza veli

Piangi per scarse emozioni,

apprese nel cuore non conosciuto,

penetrate dalla carne, interne

scaldano e sconvolgono,

calore che infiamma

e inalterato giace.

Trattenere le emozioni, ma esprimersi

è un istinto inviolabile, lo generi

nell'incompresa sensibilità, provato,

confuso, eppure disteso

ora che librarsi è rispetto

dell'esistere senza frammenti di noia,

ora che non ti pieghi dimesso

al conforme giudizio

senza scrupoli che opprime.

Ligabue

Accostato alla tua essenza

non compresi incerto

il valore di un'offesa lieta:

"Sei un Ligabue della penna"

mi disse imperiosa

nella sua corazza di parole,

offesa la mia natura complessa,

ancora inconsapevole, legata

alla superficie.

Pittore della natura alla natura,

mentre vorrei somigliarti

nell'abbandonare trattazioni

scivolose e consuete,

mi costringo a giocare ancora

la mia parte.

Poche parole

Bastarono poche parole,

trafitte da uno sguardo

intenso nell'ingenuità;

narravano voci diverse,

vicine nell'ambiente ma distratte

dalla nostra semplicità.

Bastarono poche parole

per dosare sapientemente

la nostra idea di ascoltarci

nei sensi, essenziale linguaggio

nella caotica necessità

degli eventi, per poco

disgiunti dal peso della vita,

disposti in un istinto comune

a legarci nell'assoluto.


Triste risveglio

Mi sveglio e la mente

continua ancora

il suo viaggio, solo attimi

che poi fuggono nell'etere,

incauti, impietosi.

Il dubbio è un compagno

inseparabile nel consapevole

termine che mi attende,

per affiancarmi

all'involucro di anime.

Una dopo l'altra a provare

ancora terribile spavento

per il passaggio atteso e

disatteso, per il mutare

della materia.

Un attimo, poi in fila

stretti nella luce,

finalmente a distinguerci

nel farci guida nell'ignoto.


Addio

E lui rimase

a seguire il soffio del vento,

mentre il treno correva

più della sua fantasia,

si portava via l'amore,

non lo avrebbe restituito.

Rimaneva con le sue mani

ancora calde di un ultimo

abbraccio. 


Dal sito di Italian Poetry

» UNA POESIA PER DANTE 3 (italian-poetry.org) 


Da "Parole raccolte"

La tua terra                                            a mio padre 

Della tua terra

restano pochi passi,

risorgerà in piante spontanee

volte dalle mie mani

al desiderio dei frutti.

L'inverno stordisce,

si dissolve la linfa,

si perde in un etere cupo,

la morte lacera Persefone

rapita dalle cure materne.

Il dolore e il rimpianto li hai accolti,

li hai assunti nelle braccia

offerte alla tua terra

che attende di destarsi felice

nella primavera, al tuo spirito

mai perso.


Omaggio a Mary

Le tue parole di follia

nell'indomito desiderio

di percepire ancora

il suo alito sul tuo volto,

a rapire il sonno

per chiamarla dal profondo

a raggiungere la luce

resa tenue da materia soffusa.

Nelle tue lacrime

il mio timore,

umanamente compreso,

inascoltato e deriso penetra,

nel momento non cede.

Le nostre vite si fondono,

intensa ed empatica l'unione

tu nello spirito,

io nella forma che costringe

ogni essere inerte.


L'immenso

Non dimenticare l'immenso

nel turbine dei movimenti

compiuti per eccesso di zelo,

nell'eccesso dell'esteriorità,

dove alita il piacere diffuso.

Non allontanarlo alla sera,

la poesia è la sua voce

serena, voce dell'immenso;

l'abbiamo mancato l'immenso papà

ma ritrovarlo sarà destino

di un altro luogo, di altra leggerezza.


Dormi sereno                                                              Ad Alessandro

È un vento che penetra,

che non si disperde,

dormi sereno stasera,

calma è la musica che

pervade l'atmosfera,

ci pervade in un abbraccio

caldo, colma l'animo,

il tuo animo non vorrei

averlo leso. Il vento

da dentro consuma,

un dolore indistinto

che non si attenua;

dormi sereno stasera

almeno tu che sei

l'amore inviolato.


Dimenticato

Nel buio piegato al lato del muro

ad assumere dolore e gelo,

tra i suoi cari ultimo ricordo,

caro alla notte che lo avvolge,

lo ospita nel silenzio,

lo assume madre a proteggerlo

braccato da grida e rumori,

oltraggiato e seppellito, consapevole

di un flusso di movimento indistinto.

Furtivo un sorriso sul volto

sfiora il graffio delle rughe,

carezza giorni trascorsi nel niente,

sprecati i rimpianti mai detti,

incomprese le ragioni inespresse,

profonde convinzioni lo hanno distrutto

per creare chimere che scaldano il gelo

del suo implacabile inverno.


Aedo

Mi cullavo nelle tue promesse,

aedo bugiardo narratore

di illusioni svelate

dall'unisono rimpianto,

di sterili visioni custodi

di una civiltà di altere prospettive

solo nella materia

a svilire la dignità

di un animo creativo.

Ti rivedo fiero nei falsi ideali,

corruttore nel tuo sguardo,

perso in un oblio a cui

sofferto più non partecipo.


A Dio

Vorrei donarti parole di poesia,

senza sussurrare o

raccontare consuetudine,

ma distratto non ti seguo,

convinto che nell'agire soffi

vivida una fiamma di onestà,

la puoi cogliere nel tuo cuore

prima che scaldi l'uomo generato

per confondere ogni ordine.

Ti credo nella complessa totalità,

a me vicino e umanamente caro,

ti penso e vedo connubi di elementi

mai affini, volti a un unico ciclo,

destino di un'intelligenza

che luminosa tende anche verso me.


Lo spirito

Lo spirito vigila

in disaccordo con i sensi,

il suo cibo immagini;

nel mio abbandono

disteso mi conduco al dormiveglia.

Forme di un'estetica irreale

variata da pensieri nascosti,

la genesi di dolori e vergogne

si traduce in piacere

nel momento del prolungato riposo.

Non mi chiedo se il male

in antitesi si ripercuote,

tortura di ogni forma.

Mi sveglio empio

di sensazioni lievemente appaganti,

solo un altro momento,

solo adesso i secondi riprendono

incalzanti.


Ombre

Mute si distendono

per oscurare il cammino,

vedo i loro lineamenti

emergere dall'oscurità.

Seguono passi incerti

tra mura umide di pianto,

in distese di sale

che ha aggrinzito la terra,

nel ricordo del vigore

di inutili amenità.

In loro una compagnia avversa,

oppressa è la mente e

teme i risvolti del dolore

che è stato condotto.

Mute si distendono,

fanno parte del mio essere

distorto, spiacevole e inevitabile.


Condurti

Leggo suoni di poesia

e profondi penetrano,

nascosti nelle membra

consunte dal volgere

dei giorni;

la voce grida

il male della mente,

distoglie voluttuosa

i miei sensi nascosti.

La rabbia vaga

in un cuore fuso

al dolore senza origine,

perso nell'esistere.

Vibrerei le nostre emozioni

all'unisono liberamente,

ti trasmetterei spontanee

immagini delle parole,

ti guiderei lontano nel tempo

per restituirti alla materia

pacata.


Niente

Mio è il niente,

sottointeso e mai espresso

assumerlo mi rende diverso.

Parola che non posso dire

se descrivo calde o fredde

circostanze dello spirito,

per stolta integrità,

per semplice amarezza.


Da "La qualità dei sentimenti"

Psiche

Ti nascondi;

darei fuoco al mio cuore

per squarciare la notte,

illuminare il tuo volto

mentre mi guardi,

tradito da un indomito istinto.

Il peccato è testimone

della mia debolezza,

verso te mi rivolgo

e completo il mio essere,

assoluta è l'esperienza

dell'amore onesto,

non avrei saputo avvertirlo.

Apprestate la prova,

accetto il supplizio,

in attesa di vedere in profondità

il suo bel volto,

in me, nel mio cuore

lo proteggerò se trascendo.


Donne perse

Donne da sempre perse

passeggiano lungo la spiaggia;

del sesso di ieri sera

resta solo il ricordo

a sfiorare la mente

come il vento soffia

sulle onde del mare.

Dei corpi intorno a loro

resta un forte odore

di lacerante offesa,

nell'incapacità di scegliere,

nell'impossibile gesto

liberatorio.

Della vita trascorsa

resta la tenace nostalgia

per affetti sprecati,

deboli legami lasciati

nel cedere all'ignoto.

Donne perse passeggiano al porto,

per l'ultima volta

sentono la sabbia ormai fredda.


Angeli

Angeli sussurrano nel buio,

incolmabile come le forme

del nostro abbandono.

Potrei dedicarti i versi

che non conosci, sinceri,

persi nello spazio intangibile

tra il mio corpo e la stanza,

per farteli ascoltare,

farli dolcemente cantare

dalle loro essenze, lo vorrei.

Li avverto ridere nell'ombra.

Beffano, si nascondono,

riflettono una delicata immagine,

ma in loro è il male

che perseguita, che ci perseguita,

noi fedeli simulacri della stanchezza

inestinguibile come questo ridere,

contrapposto all'ambrosia

gettata su noi

senza alcun sapore.


L'inosservanza

Provati al tramonto

la spontanea inosservanza

esalta le emozioni,

ispira complicità,

non vogliamo dimenticarla

quando scalda il sole del pomeriggio

e i rumori richiamano

l'alternanza dei movimenti.


Il vento caldo

Il vento caldo

conduce con sé

una morte serena.

Soffia sui loro visi

asciugando il sudore,

estinguendo le lacrime.

Scuote le docili membra

spingendole verso il mare.

Fantasmi ballano sull'acqua,

galleggiano come boe colorate:

ricordano che è decoroso sorridere.

© 2021 Giampaolo Giampaoli
Creato con Webnode
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia